Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
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#Antifake del giorno
 
❗️📰Il 18 novembre il sito ufficiale del Wall Street Journal ha pubblicato un articolo intitolato "Il buco: orribili rapporti sulle attività degli occupanti russi nelle centrali nucleari ucraine".

👉🏼In questo pezzo, che pretende di essere un'analisi approfondita della situazione della sicurezza negli impianti nucleari ucraini e nella centrale nucleare di Zaporozhye, gli autori intendono descrivere "i segreti e gli orrori delle celle di detenzione dei servizi d’intelligence post-sovietici" sotto "l'occupazione" russa.

Dalla lettura dell'articolo risulta evidente che si tratta di un insieme di palesi falsi anti-russi basato su dichiarazioni di singoli rappresentanti dell'industria nucleare ucraina, tra cui l'ex direttore generale della centrale nucleare di Zaporozhye I. Murashov, espulso dalla Russia per aver collaborato con il SBU (Servizi d sicurezza dell’Ucraina). In particolare, la pubblicazione contiene informazioni errate sul presunto confinamento forzato e sulla tortura dei dipendenti dello stabilimento nella rete di "prigioni sotterranee del FSB (Servizio Federale d sicurezza) della Russia" dislocate nelle vicinanze dell'impianto.

☝️I propagandisti statunitensi presentano ai lettori informazioni attraverso una lente distorsiva, ignorando il continuo bombardamento della centrale nucleare e il rastrellamento dei "collaborazionisti" filorussi da parte di Kiev.

🤦‍♂️Invece di cercare di fornire una valutazione obiettiva della situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporozhye, che tenga conto dell'opinione di esperti internazionali, cosa che rimane difficile per colpa del regime di Kiev, i giornalisti del Wall Street Journal hanno vomitato l’ennesima storia dell'orrore piena di menzogne e luoghi comuni dell'epoca della “guerra Fredda”.

⚫️Sembra che il vero “buco” in questa squallida storia non sia il già citato volantino di propaganda sotto forma di articolo, ma le profonde carenze nell'etica professionale e negli standard giornalistici dei collaboratori del Wall Street Journal.
 
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​​#AntiFake

Sul "documentario" inattendibile della British Broadcasting Corporation BBC 🇬🇧

La nuova serie di "documentari" della BBC britannica dal titolo sensazionalistico "Putin contro l’Occidente" è un esempio estremamente rivelatore di manipolazione mediatica. La serie, andata in onda in televisione e in rete a febbraio, rivela in modo vivido e completo la metodologia e gli strumenti della propaganda occidentale.

Gli autori di questa serie televisiva, indubbiamente affascinante, hanno capito bene il loro compito: parare, nella misura del possibile (e della fantasia), le argomentazioni della Russia, che la maggior parte dei Paesi del mondo considera giuste, secondo cui è stato l'Occidente a perseguire per decenni la strada dell'approfondimento dello scontro con il nostro Paese.

☝️In particolare, il nostro punto di vista nel film o è assente, oppure è ridotto a qualche stralcio di discorsi e interviste a funzionari russi estrapolati dal contesto, o - più cinicamente - presentato in un'interpretazione primitiva ed estremamente distorta da funzionari occidentali, molti dei quali (come Grybauskaitė, Sikorski e McFaul) non hanno mai nascosto i loro personali pregiudizi anti-russi.

Nel complesso, l'analisi delle cause dell'attuale destabilizzazione della situazione militare e politica in Europa, causata dalla politica distruttiva dei Paesi occidentali e dalla totale indifferenza per le preoccupazioni e gli interessi della Russia, è oscurata dalla, tranquillizzante per il pubblico, ripetizione di informazioni già elaborate dai media occidentali, che dovrebbero testimoniare il coinvolgimento di Mosca negli eventi di alto profilo del recente passato. Gli autori hanno piantato gli "alberi" con cura in modo da nascondere la "foresta" dietro di loro.

👉 Di conseguenza, ancora una volta non c'è alcun tentativo di analizzare le cause profonde della crisi della sicurezza in Europa, che ha origine tra la fine degli anni Novanta e l'inizio degli anni Duemila, ma solo un cumulo di disparati e stridenti insulti antirussi. Francamente, gli autori hanno fallito l’obiettivo, da loro stessi annunciato, di trattare in modo fattuale il periodo di tensione delle relazioni tra Russia e Occidente.

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